Il couscous è uno dei miei piatti preferiti: tantissimi granellini di semola "incocciati" pazientemente da mani sapienti nella "mafaradda", una tipica ciotola di ceramica, e cotti a vapore sulla "kuskusera" che non va semplicemente appoggiata sulla pentola in cui bolle l'acqua ma va "incollata" con un cordone di pasta fatta con farina e acqua. Un piatto antico e condito qui in Sicilia in mille modi diversi, con tutto quello che la natura mette a disposizione: il pesce, le verdure e raramente la carne. Esiste anche una versione dolce, buonissima, condita con miele, canditi, mandorle e pistacchi.
No, il couscous che vedete non l'ho incocciato io, ci vuole veramente troppo tempo, non l'ho mai fatto, l'ho visto fare e in effetti, come per tutte le cose, quello non industriale è completamente diverso.
Seppure creda che la morte sua sia con la zuppa di pesce pantesca, tipica delle isole Egadi, è buonissimo anche con delle semplici verdure come i peperoni e le cipolle che ne fanno un piatto colorato, profumato, saporito e soprattutto leggero.